Marzo a Firenze e in Toscana

1 Marzo 2022

La fine dell’inverno segna un momento di transizione e rinascita, con l’equinozio di Primavera, ed è particolarmente caro a Firenze, che per secoli ha festeggiato il suo capodanno nel giorno dell’Annunciazione. In quest’articolo vedremo alcune rappresentazioni nel territorio che riguardano il mese di marzo.

Quando l’anno iniziava a Marzo

Targa commemorativa sotto la Loggia de’ Lanzi per l’adozione del calendario gregoriano in Toscana

Marzo è il terzo mese dell’anno ma non sempre è stato così. Nell’Antica Roma, l’anno cominciava a marzo, fino a quando nel 46 a.C. Giulio Cesare stabilì il calendario solare, fissando l’inizio dell’anno al 1 gennaio. Questo punto di partenza è stato confermato anche con l’adozione del calendario gregoriano nel 1582. Tuttavia in Toscana, l’importanza del culto mariano era tale che nelle città di Firenze, Siena, Pisa, Lucca e Prato il capodanno era celebrato il 25 marzo, per la festa dell’Annunciazione, ovvero, il concepimento di Maria attraverso lo Spirito Santo, nove mesi prima di Natale. Ad Arezzo e Massa invece l’anno iniziava dal Natale.

Certo, non era facile per un unico Stato come la Toscana avere parametri tanto diversi al suo interno. Ci ha pensato lo spirito illuminista del Granduca Francesco III di Lorena, che nel 1749 ha imposto l’adozione dell’inizio dell’anno al 1 gennaio, come ricorda la targa sotto la Loggia de’ Lanzi.

Da qualche anno le celebrazioni del Capodanno Fiorentino sono state riprese, con una rievocazione storica che si sviluppa nel centro cittadino.

Foto: Eventi in Toscana

Origine del termine

Il nome Marzo deriva dal latino Martius e rendeva omaggio a Marte, il dio della guerra. Era proprio grazie al ritorno di un clima più mite che i Romani riprendevano le campagne di conquista e le guerre.

Marte protettore di Florentia

Secondo la tradizione, Florentia sarebbe stata fondata nel 59 a.C. dai veterani di Giulio Cesare, e consacrata proprio da loro al dio Marte. Per secoli si è creduto che nella città romana sorgesse un tempio dedicato al dio della guerra proprio nel luogo dove si erge il Battistero, e che il Battistero stesso fosse un tempio pagano cristianizzato.

Fondazione di Florentia, Giorgio Vasari. Salone del Cinquecento – Palazzo Vecchio – fonte Google Art

In base alle antiche testimonianze, Giorgio Vasari rappresentò la fondazione romana della città, con un tempio dove spunta la statua equestre dedicata al dio Marte proprio nel luogo del Battistero, vicino alle mura romane.

Invece, negli scavi della fine dell’Ottocento, si è scoperto che sotto il Battistero c’era una domus romana.

Dettaglio del tempio di Marte secondo Vasari

La pietra scema di Dante

Secondo la cronica trecentesca di Giovanni Villani, con l’avvento del cristianesimo la statua del dio pagano sarebbe stata spostata ai margini della città, su un pilastro ai piedi del Ponte Vecchio. Anche se la descrive con la dovizia dei particolari come una rappresentazione equestre di Marte, già doveva essere poco più che un frammento del gruppo originale nel suo tempo.

In effetti, quando Dante Alighieri descrive l’assassinio di Buondelmonte de’ Buondelmonti nella Pasqua del 2015, che avrebbe scatenato la guerra tra guelfi e ghibellini si riferisce alla “pietra scema”.

Miniatura con l’uccisione di Buondelmonti

Nella sua cronaca, Villani riferisce l’anatema degli antichi che se la statua fosse stata mossa o cadesse, la città di Firenze avrebbe attraversato un gran pericolo e una grande mutazione. Questo sarebbe successo durante l’invasione di “Totila”, che avrebbe distrutto Firenze nel 450, e le sorti della città sarebbero state risollevate soltanto con il ripescaggio e riposizionamento di quello che restava della statua di Marte equestre praticamente in coincidenza con la venuta di Carlo Magno.

Nonostante la narrazione del Villani sia stata ripresa da molti, non ci sono riscontri storici di questi eventi. Però non furono pochi ad attribuire gli effetti devastanti della piena dell’Arno del 1333 al fatto che l’acqua avesse portato via la “pietra scema”. In quell’occasione tre dei quattro ponti esistenti a Firenze furono distrutti, incluso il Ponte Vecchio. La forza di Marte si era rivoltata contro la città.

Marte – Andrea Pisano – Museo dell’Opera del Duomo

Ci sono molti dubbi che questa rappresentazione equestre inghiottita dalle acque dell’Arno rappresentasse Marte, perchè non ci sono riferimenti classici di Marte a cavallo. Invece nel medioevo, la guerra era proprio rappresentata con i cavalieri, quindi, cosa c’era di meglio per rappresentare il dio della guerra? Infatti, Andrea Pisano, nelle formelle del Campanile di Giotto, rappresenta Marte proprio come un cavaliere.

Marte e il Marzocco

Sempre legato a Marte è il simbolo totemico della città di Firenze, il leone rampante Marzocco. Anche se l’etimologia è incerta, sembra che Marzocco fosse la contrazione di Martocus, ovvero piccolo Marte. Il Marzocco più famoso è la scultura di Donatello in pietra serena, con l’originale conservato al Museo del Bargello e la replica in Piazza della Signoria.

Il Marzocco di Donatello

Il tempio di Marte

Una delle raffigurazioni che più amo di Marte è nell’affresco di Filippino Lippi dentro la Cappella Strozzi, a Santa Maria Novella.

Filippino Lippi – Cappella Strozzi – Santa Maria Novella – fonte wikipedia

La scena raffigura San Filippo che scaccia il drago dal tempio di Marte in Hierapolis. Nella storia un giovane sarebbe stato ucciso dall’alito pestilenziale del drago e il santo lo ricaccia nel buco alla base del gradino del tempio, da dove sarebbe uscito. La statua di Marte è colorata e sembra viva, quasi con l’intento di voler lottare contra il santo, prima che questo facesse il miracolo di restituire la vita al giovane e portasse alla conversione dei pagani.

Secondo il Vasari, il buco era dipinto così bene che un allievo di Filippino cercò di nasconderci qualcosa dentro.

Sala di Marte – Palazzo Pitti

 Affresco della volta della Sala di Marte – Pietro da Cortona – Palazzo Pitti – fonte wikipedia

A Palazzo Pitti, nel ciclo delle Sale dei Pianeti, nell’ala nobile del palazzo, non poteva mancare quella dedicata al dio della guerra. Il ciclo, realizzato per la maggior parte da Pietro da Cortona, raffigura l’educazione del Granduca dalla sala di Venere, dove il futuro regnante viene strappato dalle braccia della dea dell’amore e portato da Ercole, simbolo di virtù, che lo accompagnerà nell’apprendistato che si svolge lungo la successione delle sale dedicate a Apollo, Marte, Giove e Saturno.

Nella sala di Marte il Granduca viene educato alla guerra e nella volta campeggia l’immenso stemma dei Medici.

Sempre nella Galleria Palatina abbiamo Marte come protagonista del capolavoro di Pieter Paul Rubens, “Le conseguenze della guerra”.

Le conseguenze della Guerra di Peter Paul Rubens, 1637-1638 – Galleria Palatina – fonte wikipedia

Marte Gradivo

Per chiudere in bellezza questi esempi delle raffigurazioni di Marte a Firenze non possiamo dimenticarci della scultura bronzea di Bartolomeo Ammannati che attualmente si trova nel Verone degli Uffizi. Il dio della guerra sembra marciare, pronto a dare battaglia. L’opera è stata eseguita su commissione di Cosimo I de’ Medici, e forse per questo è stato raffigurato un capricorno sotto il cimiero di Marte.

Marte gradivo – Bartolomeo Ammannati – Galleria degli Uffizi

Le attività del mese di marzo

Marte ha monopolizzato la nostra attenzione su Firenze ma allarghiamo l’orizzonte per parlare dell’attività agricola prevalente in questo mese:

Il Ciclo dei mesi alla Cattedrale di San Martino a Lucca

Nei bassorilievi del Ciclo dei mesi nella facciata del Duomo di San Martino a Lucca, iniziata nel 1233 da un gruppo di maestri lombardi, possiamo osservare che il mese di marzo è dedicato alla potatura degli alberi, specialmente degli ulivi.

La potatura delle piante a marzo

L’ulivo è simbolo di pace, speriamo che sia di buon auspicio per questi momenti difficili che stiamo attraversando.

 

* A chi volesse approfondire l’argomento della rappresentazione di Marte a Firenze, consiglio la lettura dell’articolo di Chiara Frugoni “Il ruolo del battistero e di Marte a cavallo nella Nuova Cronica del Villani e nelle immagini del codice Chigiano I VIII 296 della Biblioteca Vaticana”

**Questo articolo fa parte di una serie sulle rappresentazioni dei mesi a Firenze e in Toscana. Per chi volesse vedere i precedenti:

Gennaio a Firenze e in Toscana

Febbraio a Firenze e in Toscana

Testo: Katia Martinez